Casa di Kalyn e Feather

Kalyn

Kalyn non poté far a meno di osservare tutto quello che si trovava lungo la strada che l'avrebbe portata alla piazza del mercato, che fossero persone, Digimon o negozi.
C'erano decisamente più persone accompagnate da Digimon di quante immaginasse, probabilmente Homeostasis doveva chiamare Digiprescelti a Digiworld con una certa regolarità.
I Digimon dal canto loro erano molto interessanti da osservare. Ce n'erano di tutte le forme e dimensioni, alcuni piccoli come Feather, altri alti quanto lei se non di più, alcuni ricordavano animali mentre altri sembravano essere meccanici come i Digimon che lavoravano al Laboratorio di Andromon.
La folla di uomini e Digimon in certi tratti della strada era considerevole e la ragazza rischiò un paio di volte di perdere di vista Feather, anche lui impegnato ad osservare i dintorni con interesse, finché non riuscì nuovamente a prenderlo in braccio.
Dopo una decina di minuti il duo si ritrovò in un ampio spiazzo dove la folla aveva spazio per allargarsi finalmente ed apparire meno soffocante, anche se tendeva a ricompattarsi davanti a negozi e bancarelle. La piazza era animata non solo dal vociare dei passanti, ma anche dalle urla dei venditori che cercavano di attirarli per vendere la loro mercanzia.
Il duo rimase per un po' ad osservare le file da lontano, restii a buttarsi nuovamente nella calca ma curiosi di osservare il più possibile qualsiasi cosa fosse presente nella piazza, poi la ragazza notò i cartelli di cui aveva parlato Arthur vicini alle imboccature delle vie e si diresse verso di essi stringendo ancora saldamente il suo Digimon al petto.
Fecero il giro veloce dei cartelli per farsi un'idea di dove le diverse vie portassero, poi si sedettero a riposare su di una panchina in una zona tranquilla della piazza per decidere il da farsi.
«OK, ora abbiamo un'idea generale di cosa si può trovare in città, all'incirca, ma cosa dovremmo fare secondo te? Per me dovremmo trovare un posto dove passare la notte, non mi va di dormire per strada sinceramente.» chiese a Feather, ora seduto comodamente sulle sue gambe mentre lanciava un'occhiata alla posizione del Sole nel cielo. Sembrava avessero a disposizione ancora qualche ora di luce per lo meno.
«C'era un cartello che indicava un certo "Centro abitato", dici che lì possiamo trovare qualcosa? Magari qualcuno che abita lì ci può ospitare?»
«Forse....» gli rispose la Digiprescelta dopo averci pensato un po' su. «Tentar non nuoce, immagino. Spero che Arthur abbia ragione nel dire che pochi posti sono preclusi ai Digiprescelti, mi dispiacerebbe se ci sbattessero la porta in faccia.»

◆◆◆

Il duo arrivò al Centro abitato mentre il cielo cominciava a tingersi di arancione.
Si ritrovarono in un'area piena di villette a schiera tutte uguali, su alcune delle più vicine si potevano scorgere delle targhette con i nomi di chi ci abitava, mentre altre sembravano avere delle semplici targhette bianche.
Che non siano di nessuno? O per lo meno che non ci abiti nessuno al momento? si chiese la ragazza avvicinandosi alla casa apparentemente vuota più vicina.
All'improvviso l'idea di suonare il campanello di alcune villette a caso per chiedere ospitalità non le sorrideva più di tanto.
Al mercato mi sembrava una buona idea, ma adesso...non riesco a trovare il coraggio di suonare i campanelli. Un conto è entrare in una fabbrica, un conto è disturbare gente a casa sua.
Feather la osservava curioso, probabilmente domandandosi perché rimanesse a fissare il campanello della casa occupata più vicina senza suonarla ma per il momento non disse nulla.
Se Arthur ha ragione e i Digiprescelti possono andare praticamente dove più gli aggrada, forse non ci sarebbero troppi problemi anche se riposassimo in una di queste case vuote, basterebbe non metterla in disordine e non fare casini e al massimo scusarsi col proprietario se ci dovesse scoprire...se solo potessimo entrare.
Essendo vicina alla porta di una casa inabitata, provò senza crederci troppo ad aprirla.
Con sua grande sorpresa, la porta non oppose resistenza e si aprì.
Incredula, Kalyn si sorprese a fare un paio di passi titubanti oltre l'uscio.
Prima ancora che potesse rendere partecipe il suo Digimon sulla nuova mezza idea che le era venuta sul dove passare la notte, l'interno anonimo della casa mutò sotto i suoi occhi. Dove prima c'erano muri e mobili che non le dicevano nulla di particolare, ora si trovava davanti ad un soggiorno che le ricordava molto quello di una casa in cui aveva vissuto tempo prima.
La stanza era accogliente ed invitava a passarci dentro del tempo, con ampie finestre luminose adornate da tendoni biancastri su pareti verdino chiaro. Sulla parete alla sua destra faceva la sua bella figura un caminetto acceso che scoppiettando riscaldava l'ambiente e davanti al fuoco prendevano posto un paio di poltrone ed un divanetto dall'aspetto particolarmente comodo. Sulle pareti che non erano occupate dalle finestre prendevano posto quadri di suggestivi paesaggi e librerie piene di libri. In un angolo di trovava una scrivania di legno massiccio con diversi fogli bianchi ed un computer portatile sopra.
Il pavimento era di legno e dava l'idea di scricchiolare nostalgicamente sotto i suoi passi, ma davanti al camino era coperto da un soffice tappeto.
Alla sua sinistra si trovava una scala, sempre in legno, che portava al piano di sopra mentre sulla lontana parete proprio davanti a lei l'apertura di una porta portava presumibilmente ad un corridoio ed ad altre stanze.
«Ma cosa?» le scappò, incredula.
«WOW!» esclamò all'improvviso Feather, ancora ai piedi dei gradini che portavano all'ingresso.
Kalyn distolse a fatica lo sguardo dal televisore piatto appeso al muro sopra al caminetto e si lanciò fuori dalla porta per vedere quale altra stranezza potesse aver sorpreso il suo Digimon.
«Guarda la targhetta!» le disse senza distogliere lo sguardo dall'oggetto del suo stupore.
La targhetta, una volta bianca immacolata, ora recitava: "Casa di Kalyn e Feather"
«A quanto pare questa è casa nostra!» esclamò il piccolo Digimon entusiasta prima di scattare come un fulmine su per i gradini ed infilarsi dentro la casa.
La ragazza, che sentiva il suo cervello far sempre più fatica a star dietro a tutte quelle novità una più strana dell'altra, lo seguì dopo aver sfiorato con un paio di dita la targhetta come per assicurarsi che fosse reale.
Mentre si chiudeva la porta alle spalle e Feather scorrazzava per il salotto ficcando il becco dappertutto e rimbalzando come una scheggia impazzita sul divanetto, la ragazza sentì di colpo un'incredibile stanchezza sia mentale che fisica sopraffarla.
Si sedette pesantemente sul divanetto e mentre osservava il suo Pinamon saltellare gioioso davanti al caminetto pieno di energie sentì le sue palpebre abbassarsi inesorabilmente.

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Kalyn

Il fuoco scoppiettava nel caminetto riscaldando la stanza contro i primi freddi dell'inverno.
La famiglia si era riunita per qualche motivo e com'era consuetudine dopo un pranzo abbondante si erano radunati attorno al pianoforte della zia ed erano iniziati i canti.
Kalyn, nel sogno che più che un banale sogno era un suo ricordo d'infanzia, non riusciva realmente a seguire la melodia o le parole, ma sentiva le risate allegre dei parenti. La bambina stava per unirsi a loro, cercando di guadagnarsi un posto vicino al pianoforte anche a costo di sgomitare via suo cugino, quando un cinguettio alla finestra la distrasse.
Voltandosi, sul davanzale della finestra vide una faccia amica.
Un passero tra quelli che frequentavano il giardino della zia era particolarmente socievole ed era solito avvicinarsi a lei. Sulla sua testa c'era perennemente una piuma fuori posto, come se crescesse girata nel verso opposto alle altre, e per questo lei lo aveva soprannominato...
La Digiprescelta si svegliò di soprassalto, con un prurito al naso, un peso sulla testa e la schiena decisamente incriccata.
Dopo un primo starnuto le ci volle un momento alla sua mente intontita dal sonno per rimettere insieme i pezzi dell'intensa giornata appena trascorsa e per capire che il suo Digimon, Feather, appollaiato sulla sua testa l'aveva svegliata solleticandole il naso con le piume della coda.
«Cosa c'è, Feather?» gli chiese sbadigliando e cercando di scacciare il sonno passandosi una mano sul volto.
«C'è qualcuno nel muro che chiede aiuto, credo sia un Digimon!» le rispose con un tono da cui, oltre ad una certa preoccupazione, traspariva anche l'entusiasmo per una nuova avventura in cui lanciarsi. «Dobbiamo aiutarlo!»
«No, aspetta, cosa?!?»
«C'è una voce, credo di un Digimon, che arriva da dentro uno dei muri di sopra. Ci ho messo un po' a trovarlo mentre dormivi e pare sia incastrato lì. Vieni, dobbiamo liberarlo!» e con questo saltò giù dalla testa della ragazza e corse su per le scale.
Kalyn balzò in piedi, decisamente sveglia ormai, e lo seguì a ruota.
Il piccolo Digimon la guidò senza problemi lungo il corridoio del piano di sopra ed ignorando le altre stanze si infilò con sicurezza nell'ultima porta a sinistra.
Si ritrovò in quella che era palesemente una camera da letto, a giudicare dal letto singolo adagiato contro un muro, le cui pareti erano fatte di pannelli di legno. Man mano che si avvicinava ad uno specifico pannello seguendo il Pinamon, la ragazza cominciò ad udire quelli che sembravano lamenti finché non distinse chiaramente le parole "Aiuto! Sono intrappolato!".
«Eccomi! Ho portato Kalyn, ora ti tiriamo fuori!» esordì fiducioso Feather, pronto ad infondere coraggio al poveretto bloccato nell'intercapedine.
Kalyn però non aveva la più pallida idea di come tirarlo fuori di lì.
«Come ci sei finito lì?» chiese alla voce oltre il muro, sperando che la risposta potesse darle una mano ad elaborare un piano migliore di "prendere il martello più grosso che riusciva a trovare ed abbattere la parete".

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Kalyn

La risposta del Digimon intrappolato purtroppo non fu di grande aiuto.
Deve essere rimasto incastrato quando la casa è cambiata... immaginò la ragazza, ripensando a come era cambiato il salotto di sotto quando aveva varcato la soglia di casa, Probabilmente si è messo a riposare attaccato al muro e i pannelli di legno gli sono comparsi davanti. Bella sfortuna.
L'unica speranza ormai risiedeva nel trovare un martello abbastanza grande.
Il Digimon continuò a parlare e disse di vedere della luce entrare dall'alto e che per questo doveva esserci un buco.
Il duo alzò lo sguardo ed entrambi si ritrovarono ad osservare una lampada da parete.
«C'è una lampada da parete qui sopra, probabilmente vedi la luce che filtra dal foro per i cavi...non credo che tu ci possa passare anche levando la lampada, ma forse se riesci ad arrampicarti lì potrebbe essere più facile allargare quello che farne uno da zero qui in basso.»
«Pensi che lì possa bastare il mio Sparabolle? Purtroppo dubito di essere abbastanza potente da abbattere il muro ovunque, ma lì forse...»
Kalyn lo guardò e sbatté le palpebre un paio di volte, confusa.
«Il tuo che cosa?»
Feather ricambiò lo sguardo, altrettanto confuso.
«Il mio Sparabolle. Il mio attacco...insomma, tipo così» le spiegò prima di aprire il becco ed emettere un raggio di bolle verso l'alto.
Lei non provò neanche a darsi una spiegazione ed impedì al suo cervello di soffermarsi sulla stranezza appena vista, daltronde c'era altro a cui pensare.
«Capisco...beh, forse? Se non dovesse bastare posso sempre darti una mano con un martello.» si limitò a rispondergli «Devo solo trovare tutto quello che mi serve, tipo il martello appunto...e sedia, cacciavite e...qualsiasi cosa possa tornare utile per levare quella lampada da lì. Feather dammi una mano a cercare per casa, Digimon nel muro torniamo subito non ti preoccupare.»
Non era realmente sicura che il piano potesse funzionare, ma probabilmente mostrarsi più decisa avrebbe aiutato il poveretto a non impanicarsi ulteriormente.
Dovrei anche cercare di staccare la corrente, non voglio di certo rimanere fulminata mentre tolgo la lampada. si disse uscendo dalla stanza seguita dal suo Digimon per cercare tutto ciò di cui avevano bisogno, sperando di riuscire effettivamente a risolvere la situazione.

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La situazione stava prendendo pieghe sempre più strane di minuto in minuto.
Uscita dalla camera da letto con Feather al seguito, Kalyn si ritrovò davanti un piccolo Digimon a forma di...palla marrone con una coda, tre cornini e una faccia che avanzando rimbalzando per il corridoio si era a quanto pare perso e cercava suo fratello.
Prima che la ragazza riuscisse a rispondergli si udì una voce provenire dalle scale, richiamando il Digimon palla che a quanto pareva rispondeva al nome di "Conomon". La voce apparteneva ad un secondo piccolo Digimon, una specie di strano uccello verde senza gambe, che issandosi con le alette sui gradini stava risalendo la scala dicendo di aver trovato del cibo di sotto.
«Wow quanti Digimon!» esclamò il suo Pinamon portandosi davanti a lei.
Evidentemente l'assenza di un Digiprescelto e la statura dei Digimon appena incontrati non aveva fatto scattare la sua diffidenza come invece era succesdo con Arthur e Blucomon e, anzi, sembrava contento di incontrare altri Digimon simili a lui, per così dire.
«Io sono Kathryn, ma potete chiamarmi Kalyn, mentre lui è il mio Digimon Feather.» fece le presentazioni a quel punto la ragazza, per rispondere alla domanda fatta da Conomon prima dell'arrivo dell'altro piccolo Digimon.
«Non so niente di tuo fratello purtroppo, né so perché sia cambiato tutto qui, ma è successo quando siamo arrivati io e Feather. Questo è il corridoio del piano di sopra e...c'è un Digimon che è rimasto incastrato nella parete della camera da letto lì in fondo quando è cambiata la casa, è un vostro amico? Noi stiamo cercando un modo per liberarlo.» spiegò la situazione ai due piccoli Digimon prima di riprendere il cammino per andare a cercare qualcosa di utile nelle stanze al piano di sotto. Si fermò quasi subito e rivolgendosi all'uccellino verde chiese: «Oltre al cibo, hai mica visto un martello o magari una cassetta degli attrezzi per caso?»
Sperava di guadagnare tempo sapendo direttamente dove andare per trovare quel che cercava, se il Digimon fosse stato in grado di aiutarla.
D'altronde non aveva idea per quanto a lungo un Digimon incastrato dentro un muro potesse stare relativamente bene.
Feather però non si mosse, rimase a fissare i due nuovi arrivati con i suoi larghi occhioni color ambra, poi all'improvviso balzò in aria pieno di entusiasmo.
«KALYN! KALYN! Mi è venuta un'idea! E se noi tre unissimo i nostri Sparabolle? Forse così saremo abbastanza forti da aprire un buco nel muro e non abbiamo bisogno del martello!» esclamò senza smettere di saltellare.
Era palesemente molto convinto della sua idea, ma Kalyn un po' dubitava dell'efficacia delle bolle nell'aprire un varco nel pannello di legno a prescindere dal numero dei Digimon coinvolti.

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Conomon schizzò via e si infilò nella camera da letto, spaventa che il Digimon dentro la parete fosse il suo fratellino scomparso.
Paura che si rivelò essere fondata, vista la risposta del Digimon nel muro al richiamo della palletta marrone.
Kalyn varcó la soglia della camera giusto in tempo per vedere la piccola Digimon avventarsi contro i pannelli di legno, sfruttando i cornini per cercare di aprire un'apertura.
Anche Feather e lo strano uccello verde entrarono nella stanza e quest'ultimo commentò sarcasticamente che non avrebbero più avuto bisogno del martello.
«Spero solo che non si faccia troppo male.» gli rispose, visibilmente preoccupata.
Quanto erano resistenti i Digimon? A giudicare dalle loro dimensioni la ragazza aveva immaginato che non fossero troppo diversi da un gatto per dire, e che i loro corpi potessero sopportare all'incirca lo stesso numero di ferite e traumi prima di crollare. Ma era sul serio così?
Il piccolo Digimon verde si unì all'amica utilizzando le stesse bolle che Feather le aveva mostrato in precedenza.
Il suo Pinamon lo seguì a ruota, ed esclamando uno «Sparabolle!» mirò lo stesso punto dell'altro Digimon, facendo attenzione solo a non intralciare il suo getto di bolle.
Ben presto contro ogni previsione della Digiprescelta sul pannello si aprì una piccola fenditura da cui, tra le scheggie che impedivano il passaggio, si poteva intravedere un piccolo Digimon verdino che tutto sommato somigliava a Conomon.
Feather lanciò un secondo raggio di bolle, poiché la spaccatura non era ancora abbastanza grossa per poterci passare attraverso.
Beh, non avrò un martello, ma non posso starmene qui con le mani in mano mentre gli altri fanno tutto il lavoro...soprattutto Conomon che si starà spaccando la testa a forza di testate. pensò.
Sì avvicinò anche lei alla parete e si posizionó di fianco alla piccola Digimon tonda che ancora prendeva a testate la parete. «Attento fratello di Conomon, se riesci stai indietro o copriti la testa.» disse al Digimon intrappolato, prima di cominciare a tirare calci ben assestati con la suola delle scarpe a scheggie e spuntoni vari nel tentativo di allargare e ripulire l'apertura.

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Finalmente, grazie all'impegno di tutti, il fratello di Conomon fu liberato.
Il piccolo Digimon, diverso dalla sorella solo per il numero di corni ed il colore, ringraziò subito i suoi amici e si sfogò con sua sorella per poi incrociare lo sguardo di Kalyn e ringraziarla tutto contento.
«Non c'è di che.» gli rispose con un sorriso, per poi vederlo illuminarsi mentre guardava la stanza completamente diversa da come l'aveva vista l'ultima volta, prima di finire incastrato nel muro.
Espresse una considerevole gioia soprattutto quando il suo sguardo si posò sul letto su cui prontamente prese a giocare rimbalzandoci sopra, seguito a ruota da sua sorella e l'amico uccellino verde.
Feather non ci mise troppo a venir contagiato dal clima festoso e con una sonora risata si ritrovò pure lui a rimbalzare sul letto unendosi al gioco.
La ragazza rimase per un momento ad osservare divertita i quattro Digimon giocare, poi cominciarono a venirle dei dubbi su quanto potesse reggere quel povero letto quattro Digimon rimbalzanti.
Sono piccoletti, quindi non penso che rischino seriamente di spaccare il letto...ma abbiamo già fatto abbastanza danni a questa casa per oggi ed è meglio stare sul sicuro...
«Di sotto c'è da mangiare, giusto? Che ne dite se andiamo a fare uno spuntino per festeggiare?» chiese, cercando di dirottare l'attenzione dei Digimon dai giochi sul letto al cibo del piano di sotto trovato dall'uccellino verde.
«Effettivamente comincio a sentire fame!» le rispose il suo Digimon disegnando un arco nell'aria sopra il letto.

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Kalyn all'inizio ebbe sinceramente paura di aver sbagliato approccio, vedendo i tre piccoli Digimon saltellare sul letto ancora più forte in preda all'eccitazione in vista di un bel pasto.
Alla fine però le tre pesti balzarono giù dal letto e schizzarono via come missili fuori dalla stanza.
Anche Feather si fermò e fece appena in tempo a scambiare uno sguardo complice con la sua Digiprescelta quando entrambi si ritrovarono a sobbalzare sorpresi da un forte rumore di vetri rotti provenire dal piano di sotto.
«Oh no, cosa stanno combinando adesso quei tre?» esclamò la ragazza fiondandosi fuori dalla porta seguita a ruota dal suo Digimon.
Il duo seguì la cacofonia di padelle che cadono e vetri che si infrangono per trovare la cucina e la scena che si parò loro di fronte aveva dell'incredibile: i tre Digimon avevano completamente rivoltato la cucina nel giro di pochi minuti!
Il pavimento era ormai disseminato di padelle, patatine, vetri rotti e sottaceti, rendendo anche solo camminare per raggiungere il tavolo o gli elettrodomestici una sorta di percorso ad ostacoli casalingo. E nessuno dei tre Digimon pareva neanche lontanamente curarsene, troppo intenti a mangiare o cucinare crepes.
Kalyn afferrò Feather prima che potesse tagliarsi le zampette con un pezzo di vetro e lo depositò sul tavolo accanto a Conomon intenta ad ingozzarsi di patatine.
Come fosse riuscita anche solo ad aprire la busta grande quasi quanto lei senza mani era un mistero su cui la ragazza non aveva tempo di indagare al momento.
«Ragazzi avevo detto di fare uno spuntino per festeggiare, non di distruggermi la cucina! Cos'è tutto questo casino per terra?»
Anche se la targhetta accanto alla porta diceva che quella casa era sua e di Feather, Kalyn in cuor suo non ne era ancora del tutto convinta e non voleva neanche pensare a cosa avrebbe potuto dire un eventuale vero padrone di casa se li avesse sorpresi con la cucina ridotta in quello stato e un buco nella parete della camera da letto.
«Avanti, aiutatemi a mettere a posto questo disastro prima di continuare con la festa. Qualcuno ha visto una scopa?»

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Vedendo la reazione dei tre piccoli Digimon, che ascoltarono la sua sorta di ramanzina col capo chino, la Digiprescelta cominciò a sentirsi in colpa.
Le dispiaceva doverli riprendere, ma si convinse che era giusto farlo.
Si comportano come dei bambini indisciplinati, qualcuno deve pur correggerli quando sbagliano si disse.
Il pentimento delle piccole pesti però durò poco. Conomon infatti si ribellò, seguita a ruota dai compagni, affermando che quella era casa loro e che se volevano potevano sporcarla quanto volessero.
I sensi di colpa di Kalyn per averli sgridati finirono all'istante.
«Ehy, no, aspetta un attimo!» si intromise Feather visibilmente indispettito prima che la ragazza potesse rispondere, «Come sarebbe che questa è casa vostra? La targhetta fuori dice che è casa nostra!»
Preoccupata che gli improvvisi atteggiamenti vagamente ostili di Conomon e Feather potessero sfociare in una rissa, Kalyn cercò subito di stemperare gli animi.
«Ok, innanzitutto restiamo calmi, non c'è bisogno che ci scaldiamo. Per rispondere alle tue domande, Conomon, sono a quanto pare una Digiprescelta arrivata da poco a Digiworld e non intendo dare degli ordini a nessuno. Semplicemente, con una cucina in questo stato qualcuno finirà per farsi male e sinceramente vorrei evitarlo.» disse indicando soprattutto i vetri rotti che costellavano il pavimento.
«Non so se questa casa sia effettivamente nostra, vostra o di qualcun altro, ma rimane il fatto che almeno i vetri da per terra dovremmo toglierli ed evitare di fare altri danni del genere. Ora, se è casa vostra, dove posso trovare scopa e paletta?»

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