Una piccola deviazione

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    Kalyn
    Man mano che si avvicinavano alla loro nuova meta, Kalyn di rese conto di non essere decisamente in grado di determinare la grandezza di un edificio da lontano.
    Quello che le era sembrato infatti un semplice capannone aveva più le dimensioni di una fabbrica che sorgeva in una vallata tra verdi colline su cui il bosco che stavano attraversando non si avventurava.
    Una preoccupazione in meno. pensò la ragazza, ricordando gli avvertimenti di Elecmon sui Digimon aggressivi del bosco. Secondo il piccolo Digimon rosso bastava rimanere sulla strada per non incontrarli, ma lei non ne era sicurissima. A meno che qui le cose fossero diverse, nel mondo reale non è che malintenzionati e animali nei boschi non ti attaccano se tu non lasci il sentiero.
    Ormai il duo era praticamente arrivato al capannone-fabbrica e nel mezzo del rumore metallico assordante dei lavori alla Digiprescelta parve anche di sentire qualcuno urlare, con una strana voce metallica, di chiavi inglesi e piastre. Tipiche esclamazioni di una fabbrica, immaginò.
    Anche l'odore era quello che si era sempre immaginata per edifici di quel genere, un misto di olio e benzina che le fece inizialmente arricciare il naso infastidita.
    I forti rumori e l'odore non avevano però dissuaso Feather dal ficcare il naso. Dopo un momento in cui si fermò per assimilare la reale grandezza dell'edificio restando a "becco aperto", riprese a muoversi e si posizionò davanti ad un portone semichiuso per sbirciare dentro.
    «Feather!» gli urlò dietro la ragazza, raggiungendolo e prendendolo in braccio.
    «Cosa?» fece il Digimon, stupito dalla reazione della sua Digiprescelta e dall'improvvisa sparizione della terra da sotto le sue zampette.
    «Sbaglio o avevamo detto di rimanere buoni in un angolo? Non mi sembra che fiondarsi verso il portone sia "rimanere buoni in un angolo".»
    «Ma non sarei entrato e da fuori non si vede niente! E, Kalyn, dentro ci sono dei Digimon strani che non ho mai visto!»
    Sebbene l'intento della Digiprescelta fosse quello di educare il suo giovane Digimon e di dargli il buon esempio non sbirciando a sua volta, non poté resistere a qualcosa che lo stesso piccolo Digimon definiva "strano".
    Quanto poteva essere strano per lei, a cui sembrava già tutto strano?
    Così chiuse un occhio e sbirciò con l'altro nella fessura del portone semichiuso, seguita a ruota da Feather.
    Non riuscì subito a vedere che altro ci fosse nella fabbrica o a capire cosa stessero costruendo, perché la sua attenzione fu subito rapita dai Digimon che lavoravano.
    «Wow, sembrano dei robot!» commentò.
    «Cosa sono i "robot"? » chiese Feather curioso.
    «Sono...tipo delle persone meccaniche, diciamo. Somigliano un po' a quelli lì.» provò a spiegargli.
    «Oooooh! Voglio vedere questi robot, prima o poi!» le rispose con entusiasmo.
    Questo sarà difficile... pensò Kalyn, non sapendo né come tornare nel mondo reale né tanto meno dove trovare un robot umanoide fuori dai racconti di fantascienza.
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    Oltre ai robot che scorrazzavano da una parte all'altra non sembrava ci fosse molto da vedere, l'unico evento fu uno di quei Digimon che si andò a schiantare contro un cumulo di rottami, causandone la caduta. Tuttavia l'essere metallico non sembrò aver subito alcun danno visto che ritornò alle sue mansioni come se niente fosse.
    Forse era per il rumore, forse perchè eravate concentrati su cosa succedeva alla fabbrica che non vi accorgeste delle presenze alle vostre spalle.
    Ehm, mi dispiace interrompervi, ma vi dispiacerebbe farmi passare?
    Il ragazzo che aveva parlato portava un impermeabile beige con la cerniera aperta, una camicia bianca e un paio di pantaloni anch'essi bianchi.
    Non era particolarmente alto e anzi, sembrava essere di corporatura piuttosto esile. Il ragazzo vi stava fissando con i suoi occhi blu, in perfetta pendant con i suoi lunghi capelli azzurri i quali erano raccolti in una coda, con le mani nelle tasche del giubbotto.
    Al suo fianco vi era un altro essere, probabilmente un Digimon, dalle sembianze di un piccolo dinosauro sopravvissuto all'era glaciale. Anch'esso vi stava osservando con i suoi grossi occhioni, tuttavia il suo sguardo lasciava trapelare più curiosità nei vostri confronti che reale fastidio
    AhdncYZ

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    Kalyn
    Il duo non riuscì realmente a comprendere cosa stessero costruendo quei Digimon robot. Li vedevano correre incessantemente avanti ed indietro e l'unica cosa che spezzò momentaneamente la monotonia fu quando uno di quei Digimon si schiantò contro quello che sembrava essere un cumulo di rottami, che rovinarono a terra accompagnati da una tremenda cacofonia metallica, ma il Digimon non parve badarvi e tornò subito al lavoro.
    Presi com'erano dal cercare di capire cosa venisse costruito all'interno di quella fabbrica, né Kalyn né tanto meno Feather notarono l'avvicinamento di qualcuno alle loro spalle. Ci fecero caso solo quando ovviamente sentirono lo sconosciuto chiedere gentilmente di poter passare.
    «Oh! Scusaci tanto!» esclamò Kalyn, sobbalzando per la sorpresa e praticamente piroettando sul posto per rivolgersi ai nuovi arrivati.
    Sì ritrovò davanti un esile ragazzo vestito quasi interamente di bianco con un impermeabile beige, occhi blu e lunghi capelli azzurri raccolti in una coda di cavallo.
    Al suo fianco c'era una una specie di dinosauro o draghetto senza ali con alcune parti che sembravano essere fatte di ghiaccio.
    Che sia un altro Digiprescelto col suo Digimon? si chiese la ragazza, osservandoli. Anche Feather li osservava con curiosità, curiosità ricambiata dal piccolo dinosauro ghiacciato, ma negli occhi del suo Digimon Kalyn notò anche una piccola traccia di diffidenza.
    La Digiprescelta a quel punto fece un passo di lato, lasciando libero il passaggio per il portone semichiuso.
    «Scusateci ancora! È che siamo appena arrivati qui, stavamo andando alla DigiCittà seguendo le indicazioni di Elecmon ma abbiamo sentito dei rumori provenire da qui e volevamo capire cosa fossero.»
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    Alla vostra reazione il ragazzo fece un'espressione divertita
    Sì lo avevo immaginato, non penso sareste qua a sbirciare in questo modo altrimenti
    Disse il ragazzo, che non sembrava essere intenzionato a rimproverarvi per il gesto.
    Ahh il periodo in cui si è appena arrivati eh? Bei tempi, quando ancora non si sapeva nulla e tutto sembrava nuovo e spettacolare.
    Dalla tono nostalgico con cui parlava il ragazzo sembrava essere a Digiworld da un bel po' di tempo.
    Oh che sgarbato, il mio nome è Arthur e lui è Blucomon, piacere di conoscervi
    Ciao!
    Il ragazzo fece un inchino, avresti potuto notare una certa eleganza nei suoi gesti, anche in quelli più banali, doveva conoscere bene le buone maniere ed infatti sgridò subito il suo compagno.
    Quante volte ti ho detto di non essere così informale con gli sconosciuti? Lo sai che è da maleducati
    Oh si, giusto...
    Rispose noncurante il piccolo dinosauro, causando al proprio Digiprescelto uno sbuffo di disapprovazione.
    Chiedo scusa per il modo irrispettoso con il quale vi si è porto il mio compagno. Comunque se siete curiosi di sapere cosa succede qua dentro potete entrare, l'accesso è libero ai digiprescelti, io mi stavo proprio dirigendo dal proprietario di questo laboratorio per discutere di alcune cose.
    Il ragazzo si era dimostrato estremamente gentile nei vostri confronti, eppure quando il suo sguardo sembrava quasi malinconico, ma forse era più nostalgia quella che provava.


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    Kalyn
    Il ragazzo si rivelò essere gentile e comprensivo, non rimproverando assolutamente Digiprescelta e Digimon per aver bloccato il passaggio. Nelle sue parole inoltre c'era una traccia di nostalgia quando parlava del periodo di tempo in cui si è appena arrivati a Digiworld e tutto sembra fantastico ed affascinante.
    Deve essere un Digiprescelto da parecchio tempo realizzò Kalyn Deve averne viste e passate di tutti i colori. E quante di queste sono state esperienze negative? si chiese, mentre la sua mente per l'ennesima volta quel giorno andava a ripescare le parole di Elecmon su Digimon aggressivi e guerre tra Digiprescelti.
    Già, la guerra. Kalyn sapeva che se avesse dovuto prendere parte effettivamente agli scontri si sarebbe schierata con i buoni, ovviamente, ma non sapeva ancora nulla di quella guerra oltre alla sua esistenza. Chi erano i buoni? E chi erano i cattivi?
    Esistono davvero dei buoni e cattivi in guerra?
    Nel mondo reale non era sempre così facile distinguere il "buono" dal "cattivo" nei conflitti e la ragazza non era sicura che le cose fossero diverse nel mondo digitale.
    E soprattutto, da che parte stava il ragazzo che si trovava di fronte?
    Solo in quel momento capì la diffidenza che poteva percepire nello sguardo o nella rigidità del corpo di Feather.
    Dubito che avremmo qualche speranza, se questi due sono dei veterani con cattive intenzioni...
    Il ragazzo a quel punto si presentò, con tanto di inchino, e presentò anche il dinosauretto azzurro al suo fianco che sembrava molto meno attento alle buone maniere del suo compagno umano. Cosa per cui successivamente Arthur si scusò ed infine spiegò che l'accesso alla fabbrica-capannone (o meglio, laboratorio come lo chiamò lui) era consentito a tutti i Digiprescelti.
    Sebbene fosse grata per la spiegazione, le maniere così eleganti di Arthur non fecero altro che instillare una nuova paura nella mente della ragazza: quella di risultare inavvertitamente sgarbata e di offendere il ragazzo.
    Non che abbia molta importanza, se dovesse essere uno dei "cattivi"... pensò, anche se per ora non le aveva dato minimamente l'impressione di esserlo.
    «Oh non ti preoccupare, non l'abbiamo trovato poi così irrispettoso.» gli rispose infine abbozzando un sorriso, riferendosi alla presentazione di Blucomon «Anzi, scusateci ancora per avervi bloccato il passaggio e per le tarde presentazioni. Io sono Kathryn, ma se volete potete chiamarmi semplicemente Kalyn, mentre lui è Feather.» aggiunse, indicando il proprio Digimon ancora tra le sue braccia con un cenno del capo.
    «Il piacere è tutto nostro.» provò ad aggiungere, cercando di imitare lo scambio di battute cortesi che si sentono di tanto in tanto nei film e sfoggiando il suo migliore sorriso.
    «Piacere...» le fece eco Feather con una certa titubanza, probabilmente solo per farla contenta, mentre ancora studiava la coppia.
    «E grazie mille per l'informazione. Avevamo paura di dar fastidio, o che fosse tipo una proprietà privata, non pensavo proprio che ci potessero entrare tutti i Digiprescelti.»
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    Come lo "difendesti" il draghetto iniziò a canzonare subito il suo compagno.
    Vedi? Sei tu che esageri sempre con le "buone maniere"
    Pronunciando quelle parole il Digimon fece un goffo tentativo di imitare la voce del ragazzo, il quale si limitò a portarsi una mano sulla fronte e a scuotere la testa, lasciando oscillare la coda formata dai suoi capelli.
    In generale qua a Digiworld ben pochi posti son considerabili proprietà privata per un digiprescelto, perlomeno rispetto al concetto che abbiamo sulla Terra. Comunque stai sicura che se in un posto non si vogliono visite, lo capiresti subito.
    Intanto il suo compagno stava già entrando nella struttura, ricordando ad Arthur il problema per cui si trovavano lì.
    Sembra che Blucomon non voglia far aspettare Andromon, effettivamente ci starà aspettando. Se volete unirvi siete le benvenute, in caso contrario... è stato un piacere conoscerti Kalyn, attenta a non farti inghiottire dal trambusto della Digi-città!
    Concluse il ragazzo per poi seguire il dino-ghiacciolo.


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    Kalyn
    Nonostante i suoi timori per l'effettivo schieramento dei nuovi arrivati, a Kalyn venne da ridacchiare quando Blucomon imitò malamente il suo Digiprescelto e dovette trattenersi per non rischiare di offenderlo.
    Arthur a quel punto, dopo aver scosso la testa con una certa rassegnazione per l'intervento del suo Digimon, riprese con le sue spiegazioni.
    Wow, quindi basta essere dei "Digiprescelti" per poter andare un po' dove si vuole? Comodo così!
    Mentre la ragazza si perdeva a contemplare quali altre nozioni base della vita sulla Terra potessero non applicarsi più a Digiworld, Digiprescelto e Digimon entrarono nel laboratorio dove dovevano incontrarsi con un certo Andromon a quanto pareva, non prima di averli invitati ad entrare.
    «Oh sì, se a voi non dispiace ci uniremmo volentieri a voi per dare un'occhiata a all'interno...più approfondita di quella che abbiamo potuto dare sbirciando dalla porta per lo meno.» gli rispose ridacchiando per poi seguire il duo all'interno dell'edificio.
    Feather le lanciò un'occhiata sorpresa, probabilmente non si aspettava di poter entrare nel laboratorio visto le precedenti parole della Digiprescelta, o forse a sorprenderlo era stata l'apparente fiducia che la ragazza stava dando ad Arthur e Blucomon seguendoli in un posto sconosciuto.
    O forse entrambe le cose.
    «Beh, Arthur ha detto che si può entrare, no? Diamo un'occhiata veloce per capire cosa fanno effettivamente i Digimon qui e poi andiamo dritti dritti alla DigiCittà come ci ha detto Elecmon.» gli disse sorridendogli.
    «OK.» le rispose, visibilmente combattuto tra la sua testarda diffidenza verso il prossimo e la curiosità che provava verso quel posto e quei Digimon.
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    DIGIMON
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    Certamente, nessun problema
    Rispose il ragazzo al tuo interessamento per quel posto. Una volta dentro vi sareste resi conto di quanto era caotico quel posto, quelle che sbirciando vi erano sembrate solo pile di rottami andavano a formare un vero e proprio muro di ferro, creando una sottospecie di labirinto.
    Certo che mettere un po' in ordine non farebbe male!
    Esclamò il ragazzo, per poi invitarvi a seguirlo in mezzo ai rottami pericolanti, di cui Arthur sembrava non curarsi. Seguendolo avreste attraversato il "labirinto" fino ad arrivare a uno spazio dove stavano oggetti ben più grandi, delle vere e proprie macchine volte al riciclaggio dei materiali, da cui venivano sfornati tutti quei componenti che potevate trovare accatastati. Come un nuovo pezzo usciva dalle macchine, uno di quei Digimon robotici lo prendeva e lo portava da qualche parte, all'interno del labirinto. Il rumore di quelle macchine era forte, motivo per cui il ragazzo dai capelli azzurri, ti invitò a continuare a dirigervi per diritto, dove diversi Mekanorimon stavano affluendo, utilizzando solo gesti e non la voce.
    Il vostro gruppetto si sarebbe quindi trovato davanti a una porta, che venne immediatamente aperta da Arthur, una volta attraversata e richiusa il rumore incessante dei macchinari sarebbe cessato.
    Non è mai bello passare in mezzo a quei cosi
    Sei sempre il solito lamentone, per un po' di baccano
    Se ti piace così tanto posso chiedere ad Andromon di tenerti qua con lui
    Ok scusa, scusa, stavo solo scherzando
    L'umano si mise a ridere vedendo la reazione del suo compagno.
    Siamo praticamente arrivati, da quella parte
    Disse indicando una grossa porta metallica sulla sinistra.
    Vi è il posto dove Andromon, colui che gestisce questo posto, costruisce oggetti di ogni genere
    Il ragazzo quindi avrebbe iniziato a camminare verso il portone precedentemente indicatovi.

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    Kalyn
    Una volta dentro, ragazza e Digimon poterono vedere meglio le pile di rottami intraviste da fuori e si resero conto solo in quel momento quanto si estendessero all'interno dell'edificio. Era ormai chiaro infatti che le varie pile di rottami affiancate andavano a formare i muri di un enorme labirinto.
    Kalyn, non conoscendo il padrone di casa, non si sentì più di tanto di commentare a voce l'ordine del posto come fece Arthur, ma si ritrovò ad annuire distrattamente al ragazzo mentre osservava il muro di rottami vicino.
    Era curiosa di vedere se riuscisse ad indovinare cosa fossero quei rottami metallici in origine, ma non le venne in mente niente.
    Anche Feather si era perso ad osservare ciò che lo circondava, squadrando con particolare attenzione le pile più pericolanti, di cui il ragazzo non parve preoccuparsi quando fece loro cenno di seguirlo e proseguire.
    Mentre la ragazza si chiedeva come il Digiprescelto dai capelli azzurrini ed il suo Digimon sapessero orientarsi in quel mare di rottami, perplessità condivisa da Feather a giudicare dalla sua espressione, giunsero ad uno spazio ben più ampio dei precedenti corridoi di rottami che avevano percorso.
    In quello spazio c'erano delle grandi macchine che, con un frastuono tremendo, sfornava tutti quei pezzi metallici che i Digimon robot andavano ad impilare da qualche parte nel labirinto.
    Wow, è davvero un posto interessante...peccato per tutto questo baccano! pensò la Digiprescelta, rimpiangendo un pochino di avere ancora il suo Digimon in braccio che le impediva di tapparsi le orecchie.
    Fortunatamente Arthur non si fermò a lungo in quel punto e proseguì nella direzione in cui altri di quei Digimon si stavano dirigendo in silenzio.
    Quando il gruppetto fu abbastanza distante dai macchinari per poter sentire di nuovo, Arthur e Blucomon si lanciarono nuovamente in un giocoso battibecco che le fece scappare una risata.
    Successivamente il ragazzo le indicò una porta spiegando che oltre la quale Andromon, colui che gestisce la fabbrica, costruisce oggetti di ogni genere. Non aggiungendo altro alla spiegazione Arthur e Blucomon si incamminarono verso la porta, lasciando Kalyn con nuove domande.
    Che tipo di "oggetti di ogni genere"? Ed era il caso di continuare a seguire i due? C'era la concreta possibilità che questa volta fossero sul serio di disturbo se Arthur e Blucomon dovevano parlare di qualcosa con Andromon.
    «Kalyn? Che facciamo? Non andiamo anche noi?» le chiese il suo Pinamon, riscuotendola dai suoi pensieri e fissandola con curiosità.
    «Beh, Arthur prima di entrare aveva detto che doveva parlare di qualcosa con Andromon. Non vorrei disturbarlo o fare la figura degli impiccioni a seguirlo oltre.» gli rispose, rendendolo partecipe dei suoi dubbi.
    «Oh, giusto.» fece comprensivo il Digimon per poi aggiungere «Ma, Kalyn, cosa sono gli "impiccioni"?»
    «Beh, sono persone curiose che non si fanno i fatti loro.»
    Feather rimase un momento fermo a riflettere, poi rispose: «Allora non è che facciamo la figura degli impiccioni, noi siamo impiccioni. Tanto vale andare avanti e vedere questo Andromon chi è e cosa fa!»
    La Digiprescelta lanciò un'occhiata ammonitrice al suo Digimon, preannunciando l'arrivo di una ramanzina, ma non riuscì a mantenere quell'espressione severa a lungo e scoppiò a ridere.
    «Mi sa che hai ragione.» gli concesse Kalyn, ancora ridacchiando, «Da un'occhiata veloce da fuori che dovevamo dare siamo finiti qui dentro proprio perché evidentemente siamo degli impiccioni. In più non so se è il caso di rimanere ancora qui ed intralciare il passaggio di qualcun altro o di andarcene senza salutare Arthur e Blucomon.»
    «Sarebbe da maleducati. Lo dice sempre anche Elecmon!» concordò il piccolo Digimon, mettendo momentaneamente da parte la sua diffidenza verso Digiprescelto e compagno Digimon appena conosciuti per la scusa perfetta per ficcanasare ancora un po' nella fabbrica.
    «Esatto. Quindi muoviamoci a raggiungerli.» concluse la ragazza per poi dirigersi anche lei verso la porta indicata precedentemente dal ragazzo.
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    Oltrepassata la porta metallica, vi sareste ritrovati in una stanza, grossa più o meno come un'aula scolastica, al centro del quale stava un tavolo di ferro rettangolare. Tuttavia la prima cosa che avreste notato sarebbe stata la creatura che stava china sul tavolo, un essere incredibilmente alto, intorno ai due metri e mezzo probabilmente, il cui corpo era rivestito di un'armatura metallica.
    Sentendo la porta chiudersi l'essere si girò nella vostra direzione, era possibile notare l'esile muscolatura al di sotto del corpo metallico, con il viso che era solo parzialmente coperto da una specie di elmetto che copriva dal naso in su, bucato all'altezza degli occhi rossi, che sembravano comunque essere bionici.
    6MxsPRR
    Oh, ciao Arthur è da un po' che non ci si vede
    La voce era esattamente quella che ti aspetteresti da un robot, metallica, a scatti, con lunghe pause tra un'affermazione e l'altra.
    Già, recuperare i tuoi cimeli mi ha portato via più tempo del previsto.
    Il ragazzo tirò fuori dall'impermeabile una sorta di valigetta marrone, di dimensioni abbastanza contenute. Lo spostamento di tale oggetto provocò un rumore di ferro che cozzava, probabilmente a causa della natura del contenuto.
    Aperta la borsa il ragazzo dai capelli azzurri estrasse un ciondolo, un paio di pendenti, un calice, una forchetta ed un orologio. Gli oggetti, di colori diversi tra loro, presentavano due dettagli in comune: la ruggine e un incisione a forma di A in corsivo.
    L'occhio di Andromon schizzò subito su quanto estratto da Arthur, soffermandosi per alcuni secondi sul contenuto della cartella come se lo stesse analizzando.
    Oh, questi oggetti mi sono così cari... ti ringrazio infinitamente
    Gracchiò l'androide, quasi come se fosse commosso, per quanto commossa potesse sembrare la voce di un robot. Il Digimon sembrò finalmente notarvi, iniziando a fissarvi in silenzio per qualche secondo per poi rivolgersi nuovamente al digiprescelto.
    Chi sono?
    Giusto giusto, lei è Kalyn, una digiprescelta appena arrivata a Digiworld, era curiosa di sapere di più su questo posto
    Benvenuta Kalyn, sono Andormon, quessto è il mio laboratorio
    Il robot allargò le braccia a indicare la stanza in cui stavate. Guardandoti in giro avresti notato tutto stranamente in ordine rispetto all'ingresso, vi erano due nastri trasportatori, uno che sembrava portare gli oggetti all'interno della stanza depositandoli in una cesta e uno che li portava all'esterno. Per il resto non era particolarmente addobbata, vi era una mensola su cui stavano diversi utensili: martelli, cacciaviti e chiavi inglesi erano solo alcuni di questi e un piccolo armadietto, verso il quale Andromon si diresse, aprendolo ed estraendo una sorta di cannone, che intenzioni aveva?
    Tranquilla, non ha intenzione di farci nulla.
    Tentò di rassicurarti Arthur temendo che vi stareste spaventati. Infatti Blucomon iniziò a saltellare e scodinzolare non appena vide l'arma.
    Ma che bello, è il bazooka di cui mi parlavi?
    Esattamente, anche se non è un bazooka...
    Rispose al dinosauro.
    Questo è l'oggetto che mi avevi richiesto. Ho avuto modo di testarlo, se vuoi puoi farlo anche tu.
    Cosa voleva dire tutto ciò? Perchè Arhtur aveva ordinato un'arma? Perchè Andromon gliene aveva costruita una? Che facessero parte della fazione dei "cattivi"??

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    Kalyn
    Seguendo Arthur e Blucomon, Kalyn e Feather si ritrovarono un una stanza né troppo grande né troppo piccola. La stanza era decisamente più in ordine dell'ambiente precedente, ma prima che il duo potesse effettivamente notare questo particolare o altri come la presenza di mensole e nastri trasportatori, i loro occhi si incollarono sulla figura china al tavolo al centro della stanza.
    A Kalyn ricordava un cyborg: sebbene gran parte del suo corpo sembrasse essere fatta di metallo, qui e lì si poteva vedere far capolino della pelle un pochino violacea.
    Sarà un Digimon anche lui? si chiese la Digiprescelta studiando, imitata dal duo Digimon, quello che immaginava essere Andromon.
    L'essere sentendo la porta chiudersi si voltò e salutò Arthur amichevolmente, parlando esattamente come ci si aspetterebbe che un robot parli.
    Wow, devono conoscersi da un po'.
    Il ragazzo dalla chioma azzurra e il cyborg a quel punto si misero a parlare di "cimeli" ed Arthur tirò fuori da sotto l'impermeabile una valigetta marrone che apri davanti all'essere bionico. Dalla valigetta estrasse diversi oggetti curiosi, almeno in quel contesto, come ciondoli, forchette ed orologi, dall'aspetto antico e arrugginito. Alla ragazza parve anche di vedere una "a" in corsivo incisa sugli oggetti, ma non volle avvicinarsi per indagare, anche perché qualcosa nella reazione e nella risposta di Andromon le suggerì che si fosse commosso alla vista di tali oggetti e non voleva di certo disturbare.
    Deve essere davvero tanto affezionato a quegli oggetti... pensò la ragazza, osservando dalla distanza la forchetta E in qualche modo deve averli persi? Se Arthur li ha cercati per riportarglieli non dev'essere una cattiva persona, giusto?
    Andromon a quel punto la notò e si presentò dandole il benvenuto nel suo laboratorio mentre Arthur faceva le presentazioni al posto suo.
    Successivamente il padrone del laboratorio si diresse verso un armadietto che inizialmente la Digiprescelta non aveva notato e vi estrasse...un cannone?
    La ragazza e il suo Digimon si irrigirdirono istintivamente nonostante le parole di Arthur.
    Potevano fidarsi di Andromon? E di Arthur e Blucomon? Perché dovevano volere una specie di bazooka? Perché Andromon li aveva accontentati?
    E su cosa, o chi, volevano testarlo?
    Gli occhi di Feather si indurirono nuovamente, lasciando trasparire una certa diffidenza. Kalyn lo sentì muoversi leggermente, probabilmente preparandosi a balzare via dalle sue braccia per rispondere ad un'eventuale aggressione.
    La ragazza dal canto suo stava preparando i muscoli delle gambe per scattare verso la porta se ce ne fosse stato il bisogno.
    Con le scazzottate me la cavo, ma contro un bazooka? Non se ne parla. Spero solo di riuscire a trovare la strada nel labirinto dei rottami.
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    Sono di corsa e non ho riletto più di tanto, spero non sia pieno di errori XD
     
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    Arthur impugnò il cannone ad una mano.
    lp3Q7Y6
    Wow è estremamente leggero
    L'androide osservava il ragazzo armeggiare con l'arma in silenzio, finchè quest'ultimo non si rivolse ad Andromon.
    Quindi non c'è problema se lo provo qua e adesso giusto?
    Il Digimon bionico scosse la testa, quindi Arthur si rivolse a Blucomon.
    Avevi detto di avere del dolore alla spalla dall'ultimo scontro giusto?
    Si!
    Rispose entusiasta il Digimon che si trovava a pochi passi da voi. Il ragazzo dai capelli azzurri gli puntò l'arma contro, e premette una specie di leva, azionando il cannone. Una specie di raggio laser rosso, dal diametro di circa 10 centimentri, partì colpendo in pieno il dinosauro azzurro, che invece di stramazzare al suolo in preda al dolore iniziò a vorticare la zampa sinistra.
    Wow, è come se non avessi mai subito alcun danno, è veramente forte questo coso!
    Avreste potuto vedere un sorriso comparire sul volto di Andromon, evidentemente compiaciuto per l'oggetto da lui creato.
    Grazie ancora una volta Andromon!
    Disse il ragazzo, facendo un inchino e venendo nella vostra direzione.
    Noi qua abbiamo finito, voi due cosa avete intenzione di fare?
    Vi chiese il digiprescelto.


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    Kalyn
    Kalyn rimase come impietrita, troppo sorpresa e confusa dalla scena che si stava svolgendo davanti a lei per poter muovere un muscolo.
    Ormai si aspettava che Arthur le si rivoltasse contro, magari ridendo in modo maniacale come i cattivi dei film, ma invece il ragazzo puntò l'arma verso il suo stesso Digimon e fece fuoco.
    Dalla bocca dello strano cannone uscì una specie di raggio laser rosso che...apparentemente non fece niente.
    Anzi no, non niente.
    Il dinosauretto ghiacciato aveva detto di aver male alla spalla, ma iniziò a far vorticare vigorosamente il braccio come se non sentisse più alcun dolore. E le sue successive parole non fecero altro che confermare il sospetto che si stava affacciando nella mente della ragazza.
    Quindi...quello non è un'arma vera e propria, è solo l'ennesima stranezza di questo posto: un cannone che spara raggi laser curativi...
    L'adrenalina lasciò di colpo il suo corpo vista la passata minaccia e la Digiprescelta dovette lottare contro le sue gambe all'improvviso molli per salvare la faccia e non cadere a terra.
    Mentre Feather si divincolava dalle sue braccia per andare a vedere più da vicino il braccio ora perfettamente sano del Digimon azzurro, Arthur ringraziò Andromon e chiese a Kalyn e al suo Digimon cosa avevano intenzione di fare, dato che lui non aveva più nulla da dare al Laboratorio.
    La ragazza lanciò un'ultima occhiata ad Andromon ed il suo laboratorio, poi il suo sguardo si fermò su Feather che zompettava attorno a Blucomon per osservarlo da ogni lato.
    «Beh, direi che per oggi abbiamo visto abbastanza qui, dato che questa doveva essere solo una piccola deviazione per scoprire la fonte dei rumori. In realtà Elecmon ci aveva detto di andare alla DigiCittà e penso che sia ora di togliere il disturbo da qui e di rimetterci in marcia per raggiungerla, vero Feather?»
    «Di già?» esclamò il Pinamon con una nota di delusione nella voce.
    «Sì di già, torneremo un altro giorno a dar fastidio ad Andromon.» gli rispose ridacchiando.
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    Arthur

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    Se vuoi possiamo andare assieme, anche noi dobbiamo andare in città
    Come se ci fossero molti altri posti in cui andare da qui...
    Commentò sarcasticamente Blucomon.
    Se vuoi puoi farti una nuotatina nel fiume Otamamon, come preferisci
    Rispose a tono il digiprescelto, che si sarebbe diretto verso l'uscita, non prima di aver salutato Andromon, invitandovi a seguirlo. Il Digimon fece un cenno con la mano e poi tornò a lavorare la piastra di metallo dorato che aveva sul tavolo.
    Non appena foste tornati nella sala delle macchine il rumore assordante dei macchinari avrebbe rincominciato a farsi sentire. Diminuendo man mano che, districandovi nel labirinto di rottami, vi sareste avvicinati all'uscita, rimanendo comunque presente, ma ad un livello più accettabile una volta all'aria aperta.
    Per arrivare in città dobbiamo rifare la strada da cui siamo venuti, arrivare al bivio e prendere l'altra strada. Da li è tutta dritta fino alla Digi-città.
    Quanto tempo avevate passato all'interno della fabbrica? Mezz'ora? Più probabilmente un'oretta, in quanto il sole splendente che avevate "abbandonato" una volta entrati all'interno della struttura era ora coperto da alcune nuvole, che aiutavano ad attenuare il calore.
    Mentre camminavate Arthur avrebbe tentato di iniziare una conversazione.
    Da dove vieni? Dai lineamenti mi verrebbe da dire che sei europea
    Dopo poco più di una ventina di minuti, il "silenzio" della natura, interrotto solo dall'eventuale discorso che si era instaurato tra te e il ragazzo, sarebbe stato definitivamente spezzato per la seconda volta, ma questa volta non erano macchine quelle che causavano quel suono, ma bensì un forte vociare.
    Eravate finalmente giunti a destinazione e davanti a voi si apriva un grosso viale, pieno di persone e Digimon di ogni tipo. Ai lati della strada vi erano negozi e bancarelle, gremite di persone intente a comprare o vendere le merci.
    Adesso dovremmo andare, è stato bello conoscerti
    Disse il ragazzo dai capelli blu, facendo una sorta di inchino e accennando un sorriso.
    Proseguendo lungo il viale ti ritroverai alla piazza del mercato, il cuore della Digi-città, da lì potrai trovare tutti i cartelli con scritto le indicazioni ai punti di maggior interesse, in bocca al lupo per il tuo viaggio,
    Alla prossima!
    Salutò il Digimon di ghiaccio, col duo che si diresse verso una delle vie secondarie. Ora che vi trovavate lì avevate un sacco di scelte su cosa fare, da dove avreste iniziato a visitare l'immensa cittadina?

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    La ragazza lanciò un'occhiata al suo Digimon, che ormai pareva aver abbassato la guardia nei confronti di Arthur e Blucomon almeno per il momento, ed accettò l'offerta del Digiprescelto annuendo.
    «Ci farebbe molto piacere raggiungere la DigiCittà con voi.»
    Salutò Andromom con Arthur e lo seguì fuori dalla stanza nell'intricato e rumoroso labirinto di rottami.
    Chissà se riuscirò mai a trovare la strada giusta da sola in futuro... si chiese, all'improvviso non più sicura come una volta del suo senso dell'orientamento.
    Una volta fuori, Kalyn notò subito che la luminosità era decisamente calata, il sole ormai era stato coperto da delle nuvole che avevano portato con loro un po' di gradita frescura.
    Il ragazzo a quel punto spiegò la strada per la DigiCittà e Kalyn annuì per dimostrargli di aver capito, senza però aggiungere altro.
    Feather zompettava al fianco di Blucomon, fischiettando spensierato un motivetto. La ragazza vedendolo finalmente così rilassato dopo tutta la diffidenza che aveva mostrato verso la coppia di Digiprescelto e Digimon appena conosciuta non poté fare a meno di sorridere rispondendo all'ultima osservazione di Arthur: «Sì hai indovinato, sono inglese, di Sheffield per la precisione. Ma ad essere sincera devo ammettere che, avendo vissuto in mezza Europa per il lavoro dei miei, mi sento più semplicemente europea che effettivamente inglese.»
    La conversazione andò avanti per quasi una ventina di minuti quando nell'aria si diffuse un forte vociare e Kalyn si rese conto di trovarsi all'inizio di un grosso viale gremito di persone e Digimon di ogni forma e colore.
    Ancora una volta non poté fare a meno di rimanere colpita da quel nuovo strano mondo in cui era finita semplicemente cliccando un link.
    «Wow! Guarda quanti Digimon! E quanti umani!» esclamò Feather pieno di entusiasmo, palesemente non vedendo l'ora di gettarsi nella folla per esplorare la città.
    A quel punto Arthur e Blucomon salutarono il duo per sparire in una via secondaria, non prima però che il ragazzo facesse un nuovo inchino e desse delle indicazioni sulla DigiCittà.
    «È stato bello conoscervi anche per me, speriamo di rincontrarci presto.» li salutò la ragazza.
    «Sì! Ciao e a presto!» le fece eco Feather saltellando sul posto.
    Il duo rimase ancora un momento ad osservare il ragazzo dai capelli azzurri ed il suo Digimon ghiacciato allontanarsi, poi la Digiprescelta si voltò verso il suo Pinamon.
    «Allora, che si fa ora che siamo qui? Ti va di andare nella piazza che ci ha indicato Arthur e capire da lì che fare? Per lo meno le indicazioni ai punti di interesse che ci ha detto potrebbero tornarci utili.»
    «Va bene, un posto vale l'altro per me per iniziare ad esplorare.» annuì il Digimon.
    Kalyn ridacchiò rimettendosi in marcia seguita a ruota dal suo Digimon.
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