Hana Asakura

Descrizione fisica

Hana è un ragazzino nel pieno dello sviluppo, dal fisico esile ma scattante. I suoi capelli castani scuri sono piuttosto lunghi e soprattutto ribelli, dato che vanno in ogni direzione, e solo le grosse cuffie che porta perennemente sulla testa impedisce loro di coprirgli il volto e cadere sugli occhi ambrati.
Di solito indossa vestiti comodi, e la sua tenuta preferita è composta da una camicia bianca a collo alto su una canottiera nera, e dei jeans verdi.

Descrizione psicologica

Hana ha un caratteraccio testardo, competitivo e impulsivo, spesso e volentieri si butta nella mischia senza pensarci due volte e senza sentire ragioni. Detesta quando sono gli altri a prendere decisioni al suo posto, tende a sopravvalutarsi e non è dotato di grande empatia, dato che spesso più che immedesimarsi nei panni degli altri finisce -senza volerlo- per immaginarsi cosa farebbe lui al loro posto. È attivo, determinato e curioso, e quando trova qualcosa di nuovo che lo appassione ci si butta a capofitto con molto entusiasmo. Non è molto paziente -anche se ci sta lavorando- e quando vede qualcosa che non gli va a genio, specialmente comportamenti ingiusti, è incline a bruschi scatti d'ira. Tutto sommato, comunque, è un ragazzo di buon cuore, che desidera e opera per il meglio per chi lo circonda e specialmente per le persone a cui vuole bene.

Background

Hana Asakura ha trascorso un'infanzia decisamente diversa rispetto agli altri ragazzini della sua età. Proviene da una famiglia molto legata alle tradizioni e la loro lunga storia affonda le radici nei secoli, cosa che ha sempre rappresentato per lui un peso non indifferente dal quale vorrebbe liberarsi. Mentre i suoi altri compagni di scuola durante la giornata potevano giocare con i videogiochi, uscire con gli amici o altre cose normalissime, lui era costretto a stare in quella magione sperduta in mezzo alle montagne che a malapena aveva la corrente elettrica, figuriamoci una connessione stabile alla rete che gli permettesse di mettersi in contatto con altre persone. Il massimo che aveva erano apparecchi elettronici di passate generazioni, non abbastanza per poter rimanere in pari con le ultime novità ma sufficienti a instillare in lui passione e curiosità; in particolari, riproduttori musicali e console portatili per videogiochi. I suoi genitori, dal carattere molto hippie e naturista, erano sempre in giro per il mondo per le loro campagne di sensibilizzazione e quindi il ragazzo passava molto tempo da solo o in compagnia di altri parenti che però erano tutti adulti, nessuno della sua età con cui socializzare. Più cresceva e più cresceva la sua frustrazione per quello stile di vita che gli altri avevano imposto su di lui, si sentiva fuori luogo e fuori dal tempo, senza interessi in comune con gli altri coetanei nè opportunità di socializzazione. Tutto quello che poteva fare era sperare di crescere in fretta per poter vivere la vita come voleva, e nel frattempo passare il tempo giocando ai videogiochi, in particolare quella cassetta con i mostriciattoli digitali che aveva trovato in un mercatino dell'usato...